Se ve ne siete scordati nessuno potrà farvene una colpa; in questo marzo 2020, col dilagare del Coronavirus e l’intensificarsi delle restrizioni a esso connesse, i mazzolini di mimosa e tutto ciò che rappresentano finiscono per passare in secondo piano. Nel mondo perdono la vita circa 130 donne al giorno a causa di atti violenti o di condizioni lavorative intollerabili, e vale la pena ricordarlo seppur non in piazza, almeno nello spazio asettico del web, dove gli unici virus che rischiamo di contrarre sono quelli informatici. L’8 marzo ci incoraggia a una riflessione non soltanto sulle condizioni ancora impari del genere femminile in tante parti del mondo, ma ci dà anche l’occasione di festeggiare i piccoli e grandi traguardi raggiunti dalle donne nel corso della storia, ed è per questo motivo che vi suggerisco di stemperare la noia di questa domenica di quarantena in compagnia di un libro scritto da un’autrice del passato. Io ho scelto di trascorrere la domenica con Shikibu Murasaki, la prima romanziera della storia della letteratura, vissuta nel Giappone Feudale approssimativamente tra il 975 e il 1025. L’opera per la quale ancor oggi la si ricorda è “La storia di Genji il principe splendente” composta nel primo decennio dopo l’anno mille ala corte dell’imperatore Ichijo, presso la quale l’autrice era dama di compagnia dell’imperatrice Shoshi. Lo scritto di Shikibu Murasaki narra la vita di Hikaru Genji o Genji lo splendente, nato dalla relazione tra l’imperatore e una sua concubina. Non potendo far parte del ramo principale della famiglia imperiale né aspirare al trono, Genji venne affidato al clan Minamoto che gli permise di scalare gli alti ranghi della corte. Il romanzo racconta l’ascesa sociale, la caduta e il riscatto del principe Genji, ma soprattutto si sofferma sulla sua vita amorosa costellata da amanti, mogli e concubine. Per l’epoca Genji era una sorta di uomo ideale, un principe azzurro oltre che splendente, poiché pur passando da un amore all’altro, non dimenticava né ripudiava nessuna delle sue donne, alle quali continuava a garantire la sua protezione, condizione indispensabile per la loro sopravvivenza nel Giappone feudale. Il romanzo del principe Genji è quindi anche la storia della condizione delle donne dell’epoca, il cui destino, persino nelle classi sociali più elevate, era inesorabilmente legato alla benevolenza di un uomo. Ma perché l’autrice non concede a Genji un unico e grande amore? Perché lo fa svolazzare da una donna all’altra? Il motivo non è troppo romantico: Genji cerca nelle sue amanti la perfezione e la bellezza della sua defunta madre. Dunque Genji, oltra a essere un fascinoso principe e un irreprensibile gentiluomo, è anche un inguaribile mammone. Nessuno è perfetto, neppure i principi splendenti!

Oggi è la festa della donna, ci avete fatto caso?

Se ve ne siete scordati nessuno potrà farvene una colpa; in questo marzo 2020,  col dilagare del Coronavirus e l’intensificarsi delle restrizioni a esso connesse, i mazzolini di mimosa e tutto ciò che rappresentano finiscono per passare in secondo piano.

Nel mondo perdono la vita circa 130 donne al giorno a causa di atti violenti o di  condizioni lavorative intollerabili, e vale la pena ricordarlo seppur non in piazza, almeno nello spazio asettico del web, dove gli unici virus che rischiamo di contrarre sono quelli informatici.

L’8 marzo ci incoraggia a una riflessione non soltanto sulle condizioni ancora impari del genere femminile in tante parti del mondo, ma ci dà anche l’occasione di festeggiare i piccoli e grandi traguardi raggiunti dalle donne nel corso della storia, ed è per questo motivo che vi suggerisco di stemperare la noia di questa domenica di quarantena in compagnia di un libro scritto da un’autrice del passato.

Io ho scelto di trascorrere la domenica con Shikibu Murasaki, la prima romanziera della storia della letteratura, vissuta nel Giappone Feudale approssimativamente tra il 975 e il 1025.

L’opera per la quale ancor oggi la si ricorda è “La storia di Genji il principe splendente”   composta nel primo decennio dopo l’anno mille ala corte dell’imperatore  Ichijo, presso la quale l’autrice era dama di compagnia  dell’imperatrice Shoshi.

Lo scritto di Shikibu Murasaki narra la vita di Hikaru Genji o Genji lo splendente, nato dalla relazione tra l’imperatore e una sua concubina. Non potendo far parte del ramo principale della famiglia imperiale né aspirare al trono, Genji venne affidato al clan Minamoto 

che gli permise di scalare gli alti ranghi della corte.

Il romanzo racconta l’ascesa sociale, la caduta e il riscatto del principe Genji, ma soprattutto si sofferma sulla sua vita amorosa costellata da amanti, mogli e concubine.

Per l’epoca Genji era una sorta di uomo ideale, un principe azzurro oltre che splendente, poiché  pur passando da un amore all’altro,  non dimenticava né ripudiava nessuna delle sue donne, alle quali continuava a garantire la sua protezione, condizione indispensabile per la loro sopravvivenza nel Giappone feudale. Il romanzo del principe Genji è quindi anche la storia della condizione delle donne  dell’epoca, il cui destino, persino nelle classi sociali più elevate, era inesorabilmente legato alla  benevolenza di un uomo.

Ma perché l’autrice non concede a Genji un unico e grande amore? Perché lo fa svolazzare da una donna all’altra? Il motivo non è troppo romantico: Genji cerca nelle sue amanti la perfezione e la bellezza della sua defunta madre. Dunque Genji, oltra a essere un fascinoso principe e un irreprensibile gentiluomo, è anche un inguaribile mammone.

 Nessuno è perfetto, neppure i principi splendenti!

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