In questi giorni a Torino si respira un’aria strana, elettrica e frizzantina; o per lo meno questa è la sensazione che proviamo noi lettori e scrittori. Oggi il Salone internazionale del libro di Torino avrebbe dovuto aprire i suoi cancelli, e anche se questo non accadrà per i motivi che tutti ben conosciamo, si avverte comunque la medesima vibrazione, anzi, una vibrazione un po’ diversa ma non meno potente.

È l’energia dei ricordi, degli aneddoti, della nostalgia e della speranza che lettori e scrittori esprimono sui social in forma di fotografie, pensieri e video. L’atmosfera che si avverte non è negativa né disfattista ma, semmai, propositiva.

Il salone è come un caro amico che doveva farci visita ma che non ha potuto raggiungerci a causa di un imprevisto; siamo molto dispiaciuti di non poterlo vedere, ma sappiamo che farà il possibile per raggiungerci appena ci saranno le condizioni per farlo.

Così, in attesa del nostro caro amico, ci consoliamo guardando le vecchie fotografie, chiacchierando con chi come noi sente la sua mancanza e sognando il prossimo incontro che, non abbiamo dubbi, sarà indimenticabile come, e molto più, dei precedenti.

Un paio di  anni fa si parlava di spostare da Torino il Salone del libro, ora noi lettori, torinesi e non, stiamo dimostrando che il Salone è qui e qui rimarrà sempre; radicato nei nostri pensieri e nella sua città, tanto da  farci percepire la sua presenza anche quest’anno, che i suoi cancelli rimarranno chiusi.

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