Prego, accomodatevi cari lettori,  qui c’è posto per tuti: benvenuti nella casa sulla Dora!

Siamo felici che abbiate accettato il nostro invito a trascorrere qui con noi le feste di Natale, vi chiediamo soltanto di rispettare una piccola regola: fare più rumore possibile!

Avete capito bene, carissimi, non ci infastidirete col vostro baccano, anzi, vi preghiamo di parlare a voce un po’ più alta perché la prozia Dorina  sta diventando sorda; ma non dovete dispiacervi per lei: non sente più i rumori di questo mondo ma in compenso riesce a percepire i suoni “di quell’altro”.

Non fate complimenti, dunque, la casa sulla Dora è un luogo ospitale.

“La cosa sorprendente era che ogni nuovo mobile o suppellettile che entrava in casa nostra vi trovava naturalmente il suo posto, armonizzandosi col resto dell’arredamento senza richiedere che qualcos’altro venisse gettato via per fargli spazio. Ciò che entrava dalla nostra porta vi rimaneva in pianta stabile, perché la casa sulla Dora era una dimora straordinariamente accogliente, tanto con gli oggetti quanto con le persone.”

Per noi è un onore trascorrere il Natale in vostra compagnia, ma sappiate che siamo gente semplice,  poco incline allo sfarzo e agli sprechi; non vi rammaricate per esservi presentati qui a mani vuote, la prozia Dorina detesta l’usanza dei i regali natalizi.

La vigilia di Natale consumavamo una cena “di magro”, così com’era tradizione nelle campagne piemontesi, dopodiché attendevamo la messa di mezzanotte pelando castagne lesse. Zio Bruno non trascorreva mai la vigilia con noi perché, affermava, a Natale le caramelle andavano a ruba, e lui doveva rifornire i suoi clienti sino alla sera tarda affinché non rimanessero senza. La mattina di Natale ci scambiavamo i regali con gran disappunto della prozia che sosteneva che quella dei doni natalizi fosse un’usanza al limite del blasfemo: «Natale è il compleanno di Gesù, non quello di tutti noi», borbottava (…)”.

Se non amate i festeggiamenti frugali, allora vi converrà ripassare per il veglione di Capodanno, ma dovrete indossare il vostro abito migliore, su questo la prozia non transige!

“Il Capodanno era l’unica ricorrenza che noi della casa sulla Dora festeggiavamo con tutti i crismi: sulla nostra tavola comparivano cibi e bevande che mai ci saremmo sognati di concederci in qualunque altro giorno dell’anno e la prozia ci faceva indossare gli abiti migliori, perché bisognava far bella figura col nuovo anno, che ci vedeva per la prima volta. «A questo mondo», sosteneva, «vieni trattato per come sei vestito. Non è giusto ma le cose stanno così. Se ci lasciamo cogliere dall’anno nuovo con i panni di tutti i giorni, le scarpe consumate e le teste scarmigliate, penserà che siamo gentucola da poco e poco ci darà. Se invece ci facciamo trovare eleganti e ordinati, ci scambierà per persone a modo, e ci tratterà con riguardo».”

Nella vostra famiglia quali giochi fate la notte di Capodanno?

Tombola? Briscola? Gioco dell’oca?

Noi abbiamo l’abitudine di giocare al mercante in fiera.

“La parte più bella della serata arrivava però dopo il brindisi di mezzanotte, quando sicuri di aver ormai favorevolmente impressionato il nuovo anno, ci spostavamo in salotto per giocare al Mercante in fiera. Il ruolo del mercante spettava ovviamente allo zio Bruno, che metteva all’asta ogni carta del gioco presentandola con gesti enfatici e lodi sperticate, come la più preziosa delle mercanzie: tutti noi facevamo offerte, contrattavamo e proponevamo scambi gridando come se davvero ci trovassimo in una fiera d’altri tempi.”

Volete giocare con noi? Che l’asta abbia inizio!

 “«È arrivato sin qui dai Caraibi sulla spalla di un feroce pirata!»,(…). «Chi offre cinquanta lire per questo bel pappagallo? Parla alla perfezione svariate lingue e si dice che sappia dov’è nascosto il tesoro di Barbanera. Forse rivelerà il suo segreto, se qualcuno offrirà per lui cento lire…». (…)

Buon Natale da Desy Icardi e dagli abitanti della casa sulla Dora.

 

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